mercoledì 9 gennaio 2008

Bush arrivato a Tel Aviv: «Pace entro il 2009»

George W. Bush è arrivato a Tel Aviv. Inizia così la sua prima visita in Israele in qualità di presidente, ma soprattutto un'intensa e delicata missione diplomatica in Medio Oriente che si concluderà il 16 gennaio dopo aver toccato Kuwait, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Egitto. All'ordine del giorno c'è il rilancio del negoziato di pace tra Israeliani e Palestinesi, sulla scia della conferenza di Annapolis, e il coordinamento con gli alleati arabi sulla questione iraniana. I due temi cruciali sono stati da subito accostati nel discorso di benvenuto a Bush del presidente israeliano Shimon Peres. «La minaccia iraniana non va sottovalutata e l'Iran non deve sottovalutare la determinazione di Israele a difendersi- ha detto il Capo dello Stato israeliano - bisogna fermare la pazzia di Hamas, Hezbollah ed Iran. Israele è stato coinvolto in sette conflitti, ma non ha mai perduto la volontà di pace». Bush, che avrà oggi colloqui col premier israeliano Ehud Olmert e col presidente israeliano Shimon Peres e domani si recherà in Cisgiordania, a Ramallah, per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen, si è augurato di raggiungere l'obiettivo della pace entro il 2009. Alla calorosa accoglienza del presidente Peres, del premier Ehud Olmert e del ministro degli Esteri Tzipi Livni, ha risposto ricordando la salda allenaza tra Israele e Stati Uniti. «La nostra forza è l'essere basati su un consapevole e condiviso ideale per la pace, i nostri due popoli hanno costruito delle solide democrazie e i nostri ideali hanno mantenuto questi legami». Legami che per il presidente Usa non vanno letti solo in chiave difensiva: «Non vogliamo solo difenderci vogliamo una pace duratura e vediamo nuove opportunità di pace in Terra Santa e per tutta la regione».Di questo dovrà convincere i Palestinesi, che secondo i commenti raccolti dall'emittente araba al Jazeera e trasmessi i contemporanea all'arrivo di Bush, esprimono tutti scarse speranze sui risultati che potrà ottenere l'inquilino della Casa Bianca. A Gaza City Hamas ha convocato anche un grande raduno di protesta, mentre il portavoce del Comitato di resistenza popolare, Abu Mujahid, altro movimento armato attivo nella Striscia di Gaza, ha definito l'intenso lancio di razzi Qassam compiuto questa mattina dal nord della Striscia «il nostro personale messaggio per l'arrivo del presidente americano». Complessivamente sono undici i razzi Qassam sparati da questa mattina, e almeno uno avrebbe colpito un'abitazione della cittadina israeliana di Sderot, senza tuttavia provocare vittime. I soldati israeliani hanno risposto uccidendo un miliziano della Jihad Islamica e ferendone almeno altri quattro.

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